Come
è noto, il Tasso fu a Bergamo solo due volte
durante la sua peregrinosa esistenza.
La prima volta appena dodicenne per un periodo di circa
sette mesi. Proveniva da Roma accompagnato dal caro
e coetaneo cugino Cristoforo (il più zanichese
dei Tasso) , mandati dal padre di Torquato, il poeta
Bernardo per una delle tante vicissitudini che perseguiteranno
durante tutta l'esistenza i poeti padre e figlio.
Il giorno è il 10 settembre 1556, la villa tassiana
di Zanica esisteva già, in quanto costruita da
Domenico Tasso ben 36 anni prima nel 1520. Non abbiamo
comunque testimonianza di una presenza del futuro poeta
a Zanica già in quell'occasione, anche se la
cosa pare molto probabile, visto la durata della permanenza
nel bergamasco.
Orfano di madre (forse avvelenata dai suoi fratelli)
da appena sette mesi, con lo stato d'animo che possiamo
ben immaginare. Torquatillo come veniva chiamato, fu
amorevolmente accolto e distratto.
la seconda volta "capita" nel 1587, Torquato
ha 43 anni, il suo soggiorno sarà di quattro
mesi, periodo breve ma intenso di lavori, corregge e
rielabora il Galealto mutato nel re Torrismondo, Il
Flordante del padre, rielabora i discorsi dell'arte
poetica nei discorsi del poema eroico.
E' appena stato liberato dalla tremenda prigionia di
Sant'Anna in Ferrara per intercessione del Duca di Mantova
che lo richiede "a tempo" con impegno di restituzione.
Sono certe le sue permanenze nei palazzi di famiglia
a Bergamo e alla Celadina, e soprattutto il sereno rifugio
della villa zanichese, definito dallo stesso splendida
villeggiatura.
Incontra gli amici Grassi, Albani (Giovanni Girolamo
cardinale di PIO V, attivo nella fase della sua liberazione
dall'ospedale per intelletti smarriti) gli amati cugini
Enea, Ercole e soprattutto Cristoforo che già
condiscepolo del Tasso a Roma per volere di Giovanni
Jacopo. Cristoforo è ora monsignore, ed una importante
traccia dello stesso è nella lapide sita nella
navata esterna della parrocchiale zanichese, che recita:
"Cristoforo Tasso , filosofo, canonico, abate e
protonotario apostolico, memore delle umane miserie
pose, se vivente anno 1585."
Lapide che anticipa di due anni l'incontro con il cugino.
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